venerdì, Maggio 3, 2024
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STRAGE DI CUTRO, GIORNATA COMMEMORATIVA PER OMAGGIARE LE VITTIME

by Redazione
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La notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 un caicco partito dalla Turchia, con a bordo circa 180 persone, si spezza in due, arenandosi tra la violenza delle onde contro una secca a pochi metri dal litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. E’ una strage: 94 vittime, tra cui 34 bambini.

E oggi 26 febbraio la Regione ha promosso una giornata commemorativa per omaggiare le vittime di questa immane tragedia e rinnovare un profondo sentimento di solidarietà da parte di tutti i cittadini calabresi. Una serie di iniziative per raccontare, testimoniare e per non dimenticare questo enorme dramma contemporaneo che ha toccato non solo la Calabria ma l’intero Paese e l’Europa.

L’inchiesta è ancora in corso e intanto i familiari delle vittime dicono: “Dal governo solo parole”

“Non è facile tornare. È una cicatrice che si riapre. Siamo qui a chiedere verità e giustizia che non abbiamo visto per una strage che era evitabile”. Sono le parole di Alidad Shiri, giornalista di origine afgana che vive e lavora a Bolzano, intervenuto in rappresentanza dei familiari delle vittime del naufragio di Cutro nel quale ha perso un cugino di soli 17 anni. “Mio cugino – ha detto – aveva il sogno di vivere libero. Aveva 17 anni e dopo un anno non ho il coraggio di dire a mia zia che non abbiamo trovato il corpo. Se ci fosse una legge europea di ricongiungimento familiare le stragi come quella di Cutro si fermerebbero. Abbiamo chiesto il ricongiungimento, ma dal governo ci sono state solo parole”.

“Ho rivissuto le stesse emozioni di quel giorno, quando la barca è affondata ed è stato molto difficile”. Ha raccontato Samir, 18enne afghano che si è salvato aggrappandosi ad un pezzo di legno. “I soccorsi sono arrivati tardi – ricorda – avevamo visto una luce e e pensavamo fossero i soccorsi invece era un peschereccio m quando siamo giunti sulla spiaggia non c’era nessuno”. Adesso vive ad Amburgo ed ai governi italiano e tedesco – così come tutti gli altri familiari delle vittime e superstiti – chiede di potersi ricongiungere con i familiari rimasti in patria con l’apertura di corridoi umanitari.

Le famiglie delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro ed alcuni superstiti faranno una causa civile risarcitoria nei confronti del governo per omissione di soccorso e per i danni subiti in conseguenza della tragedia. Ad annunciarlo uno dei familiari nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Crotone. Il ricorso, ha spiegato l’avvocato Stefano Bertone, che insieme ai colleghi Marco Bova e Enrico Calabrese assiste una cinquantina di famiglie e alcuni superstiti, sarà presentato una volta conclusa l’inchiesta penale coordinata dalla Procura di Crotone e riguarderà la presidenza del Consiglio ed i ministeri degli Interni e dell’Economia.

Poi c’è Vincenzo Luciano, uno dei pescatori che intervenne per primo dopo il naufragio del caicco Summer Love. “Ho dei ricordi brutti, ancora non riesco a dimenticare. Ho visto, cadaveri bambini. Tutto ricordo, una tragedia vera che poteva essere evitata. Se loro sono sbarcati alle quattro e sono stati due ore in mare da soli qualcuno potevamo salvarlo. Appena sono arrivato ho tirato fuori dall’acqua 4 o 5 bambini ma dopo, nell’arco della giornata, ne ho recuperati una quindicina. Vorrei tanto poter dimenticare, ma ancora non ci riesco”.

A un anno dalla tragedia Wahid, uno dei sopravvissuti racconta la sua storia. Lui era su quel barcone, la ‘Summer Love’, con la moglie e quattro figli. Stavano raggiungendo l’Italia per poi continuare il viaggio in Germania dove vivono i parenti. Ma quella notte, tra il 25 e il 26 febbraio di un anno fa, Wahid ha perso quasi tutta la sua famiglia. La moglie Monika e tre figli, di 12, 8 e 5 anni. Il corpo del più piccolo non è mai stato restituito dal mare. L’unico sopravvissuto è Maidan, che oggi ha 14 anni. Padre e figlio vivono ad Amburgo, in un campo per i profughi. In attesa di una sistemazione.

L’omaggio della città di Crotone alle vittime del naufragio con il ‘Giardino di Alì’, che porta il nome della vittima più piccola della tragedia che oggi riposa nel cimitero cittadino ed è diventato, da subito, il figlio di tutti i crotonesi. Novantaquattro alberi per ricordare novantaquattro vite spezzate ma anche un invito all’accoglienza, all’umanità, al diritto alla vita in via Miscello da Ripe, all’ingresso della città. “Una città” come ha ricordato il sindaco Voce “che ha saputo dimostrare accoglienza ed umanità, che è stata accanto ai familiari delle vittime, ha assistito i sopravvissuti, ha partecipato, in ogni modo ad un dolore collettivo, il dolore di una intera comunità”. Lo ha fatto in modo semplice e spontaneo, anche con una preghiera o portando un fiore al PalaMilone diventato il luogo simbolo di questa tragedia. Semplice, come semplice è stata la cerimonia. Semplice ma particolarmente emozionante e coinvolgente.

Trentacinque peluches sistemati a cerchio con al centro una maglietta bianca con su scritto Kr46M0, la dicitura con cui era stato indicato uno dei bimbi di pochi mesi, morto. E poi 94 candele accese a rischiare il buio della notte. Così, sulla spiaggia di Steccato di Cutro almeno un centinaio di persone ha voluto ricordate ieri sera la tragedia di un anno fa, il naufragio del caicco Summer Love che provocò la morte di 94 persone, 35 delle quali minori. Un’iniziativa voluta dai giornalisti di Crotonenews all’interno del programma della rete 26 Febbraio – che riunisce circa 400 associazioni – celebrata alle 4, l’orario in cui avvenne lo scontro del caicco contro una secca ad un centinaio di metri dalla riva.

Ad un anno dalla tragedia di Cutro, anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha voluto deporre una corona sulla spiaggia di Steccato. ”Noi chiediamo verità e giustizia per i morti e i familiari delle vittime – ha detto la leader del Pd – gli impegni non sono stati rispettati sia sui permessi che sui ricongiungimenti. Noi siamo qui per fare al ministro dell’interno la stessa domanda che abbiamo fatto un anno fa: come è stato possibile che 94 persone morissero annegate? Come è stato possibile che non siano usciti i mezzi adeguati della guardia costiera con una imbarcazione che si sapeva che fosse in difficoltà. E’ doloroso essere qui dopo un anno a fare le stesse domande”.

“Cutro non ha mai dimenticato quello che accadde quella notte di un anno fa. Abbiamo ancora quelle immagini negli occhi. Lo viviamo ancora come un lutto. Ecco perché ricordare è ancora più importante. L’obiettivo è non dimenticare, altrimenti facciamo morire le povere vittime due volte…”. Antonio Ceraso, sindaco di Cutro.

E poi la nomina a Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana conferitale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Nicolina Parisi, 82 anni, di Botricello in provincia di Catanzaro che davanti alle immagini televisive della tragedia che si consumò all’alba del 26 febbraio dello scorso anno a Steccato di Cutro, non ci pensò due volte e decise di mettere a disposizione alcuni loculi della cappella di famiglia. Un gesto rappresentativo, si afferma nella motivazione del Quirinale, dello “spirito di solidarietà mostrato dalla popolazione calabrese nell’offrire un aiuto dopo il terribile naufragio”.

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