sabato, Luglio 27, 2024
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“Limonov” di Emmanuel Carrère

by Gianni Colaci
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Limonov di Emmanuel Carrère, è uno di quei romanzi che avevo lì in libreria già da un paio d’anni e non mi decidevo mai ad iniziare. In realtà questo libro va letto per molti motivi, alcuni dei quali esulano dal personaggio stesso Limonov, un uomo “contro”, personaggio estremo, difficile da decifrare e dalle idee politiche apparentemente estreme ( a volte può sembrare e si potrebbe definire addirittura fascista) anche per la sua volubilità, che secondo Carrère lo ha reso un uomo falso, opportunista, egocentrico, ma anche molto talentuoso, e capace di slanci enormi e di tanta generosità. E Carrère ce lo racconta in questo bellissimo libro perché lo incontra quando questi, emigrato dalla Russia si trasferì a Parigi negli anni ’80, e i due anche se non si conoscevano bene di persona,frequentavano gli stessi locali e gli stessi giri di intellettuali e aspiranti scrittori della città.

“Lo vedevo di scorcio; dal bavero rialzato del cappotto spuntava un pizzetto. Accanto a me, una donna che pure l’aveva notato si è rivolta alla vicina: ” E’ venuto Eduard, bene”. L’uomo ha girato la testa, come se nonostante la distanza l’avesse sentita. La fiamma della candela ne ha scolpito i lineamenti. Ho riconosciuto Limonov.”

Ma chi è Eduard Savenko, in arte Limonov? Teppista e delinquente della periferia sovietica degli anni ’60, scrittore, sarto, poi poeta underground a Mosca nei primi anni ’70; ad un erto punto se ne va a New York, ed in soli 5 anni dal ’75 all’ ’80, riesce a ricoprire i ruoli di: giornalista, prezzemolino mondano, alcolizzato, disoccupato, omosessuale part-time, barbone e domestico di un miliardario! Poi ritorna in patria, diventa soldato e fondatore del Partito Nazionalbolscevico, e dunque prigioniero nelle più dure carceri russe, e figura di primo piano dell’opposizione democratica a Putin nella Russia di oggi. Insomma, davvero un bel tipino!

“Il piacere della guerra, della guerra vera, è innato negli uomini come quello della pace, ed è un’idiozia volerli mutilare di questo piacere ripetendo virtuosamente: la pace è buona, la guerra è cattiva. In realtà, pace e guerra sono come l’uomo e la donna, lo yin e lo yang: sono necessarie entrambe.”

Il lavoro di Carrère su Limonov attraverso questo romanzo, è interessante non solo per la descrizione della vita di Limonov, ma anche della Russia in generale. E’ interessante anche per il modo in cui lo scrittore approccia al personaggio, e poi perché in fondo riconosce in lui una sorta di somiglianza caratteriale. Si perché in fondo Carrère e Limonov in fondo sono molto simili, entrambi intellettuali, curiosi, aspiranti scrittori ma sempre capaci di sputare nel piatto dove hanno sempre mangiato. Carrère attraverso Limonov ripercorre la storia della Russia degli ultimi quarant’anni, descrive il paese, ci fa intravedere gli angoli grigi della società.

L’epigrafe firmata dall’odiato Putin che figura proprio all’inizio del libro è un programma e dice: ” Colui che vuole restaurare il comunismo non ha testa. Colui che non lo rimpiange non ha cuore”.

Insomma, un libro da leggere. Buon Viaggio.

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